L’accordo Rider sottoscritto a sorpresa da Assodelivery con UGL, facendo saltare il tavolo ministeriale, sta scatenando scioperi.
Tale accordo infatti qualifica i ciclofattorini come “autonomi”, non prevede trattamenti in caso di malattia e ferie e mantiene un sistema retributivo legato al cottimo. A ciò si aggiungono dubbi sulla rappresentatività della sigla sindacale UGL rider e quindi della legittimità di tale accordo collettivo.
Nel contempo però le piattaforme digitali hanno inviato comunicazioni ai singoli lavoratori “invitandoli” ad accettare le nuove condizioni avvisandoli che diversamente il rapporto di lavoro si sarebbe concluso.
L’Associazione Comma2 ritiene che possano ravvisarsi ipotesi di reato nella minaccia di risoluzione del contratto in caso di mancata adesione a quel CCNL e per questo ha presentato esposti penali in 5 procure. Parallelamente la CGIL, per il tramite degli avv.ti Stefania Mangione, Alberto Piccinini, Maria Matilde Bidetti, Carlo de Marchis Gòmez e Sergio Vacirca, ha depositato tramite i suoi legali a Bologna un ricorso per censurare la condotta antisindacale delle piattaforme.
Un servizio del TG3 dedicato alla vicenda: