Con sentenza della Corte d’Appello di Bologna del 25 marzo 2014, seguita alla pronuncia parziale con la quale la medesima Corte aveva dichiarato la nullità del licenziamento intimato ad una giovane lavoratrice in quanto discriminatorio, viene disposta la condanna della società al risarcimento del danno extrapatrimoniale in favore della lavoratrice, conseguito alle molestie subite sul luogo di lavoro. Secondo la Corte, l’uso di nomignoli e vezzeggiativi, il rifiuto opposto alla dipendente di cambiare turno, le proposte di frequentazioni al di fuori del lavoro… rilevano un comportamento che appare indesiderato dal punto di vista della lavoratrice ed oggettivamente lesivo della sua dignità.

PDF: Sentenza Corte appello di Bologna 25 marzo 2014

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